Regali di Natale sostenibili nel 2022, qual è il trend?

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Tra i fattori che guidano le scelte di acquisto dei consumatori conta davvero la sostenibilità? La risposta non è così scontata come potrebbe sembrare. Numerosi sondaggi sembrano dimostrare un forte interesse da parte dei consumatori. Ma come mai dall’analisi delle ricerche online, sempre più utilizzate per gli acquisti, tutto questo non viene confermato? E qual è il ruolo svolto dalle aziende?

Mentre nel 2021 le persone che hanno cercato su Google “Regali di Natale Sostenibili” erano in crescita rispetto al 2020, registrando un corrispettivo aumento di doni destinati alla salvaguardia delle foreste o delle api, nel 2022 non sembra che questo trend stia proseguendo così come si evince dal grafico in cui l’interesse nelle ricerche delle keyword in questione che nel 2021 era già partito ad ottobre, a novembre 2022 stenta ancora a decollare.

Regali di Natale sostenibili 2022, i dati di Google Trends
Regali di Natale sostenibili 2022, i dati di Google Trends

Chissà se i prossimi mesi ci riserveranno delle sorprese ma dai primi risultati sembra che ridottasi la paura del covid anche quella della sostenibilità sia passata in secondo piano. Per cui una prima riflessione potrebbe portare a collegare un generalizzato effetto incertezza dovuto al covid ad una maggiore attenzione per la sostenibilità. Ad oggi non è ancora possibile dare una risposta definitiva perché bisognerà analizzare i dati a consuntivo delle festività ed ogni caso stiamo solo analizzando un Google Trend con tutte le limitazioni del caso.

Cosa dicono le ricerche ed i sondaggi del 2022?

Rispetto ai risultati di Google Trend, ci sono altre fonti che sembrano tenere alta l’attenzione dei consumatori sui temi della sostenibilità. Infatti, secondo una ricerca di Google Italia del maggio 2022, che poneva agli intervistati la domanda: ‘Rispetto all’anno scorso, verso cosa orienteresti le tue scelte per i regali di Natale, la risposta, apparentemente positiva sembra essere stata la seguente:

per il 70% verso regali utili, il 26% di qualità e durevoli e per il 23% personalizzati.

Anche la qualità ha avuto una forte impennata tra le ragioni che guidano i consumatori nello shopping per le festività tant’e che il 75% degli intervistati sceglierebbe un prodotto o un brand proprio perché di qualità. Inoltre, la qualità ha una strettissima correlazione con la sostenibilità ed in particolare con l’economia circolare. I beni di qualità hanno una vita utile maggiore e di conseguenza sono in grado di ridurre la quantità complessiva di risorse utilizzate per la produzione di beni oltre a contribuire a ridurre il problema discariche. Inoltre,

il 78% dei consumatori intervistati afferma che per gli acquisti di Natale sarebbe disposto a rinunciare a un brand conosciuto, in favore di uno più attento alla sostenibilità.

Ma a quale differenziale di prezzo la ricerca non lo rileva. E’ chiaro che le prerogative di risparmio sono estremamente importanti soprattutto in questo specifico periodo e potrebbero impattare negativamente sulla scelta da parte dei consumatori di prodotti sostenibili che presentano un maggior costo. Anche secondo un recente studio di Accenture, in Italia,

il 71% dei consumatori preferisce acquistare beni e servizi provenienti da aziende con valori allineati ai propri ideali e opinioni e l’85% considera i prodotti sostenibili più innovativi e qualitativamente superiori ad altri.

Il tema della sostenibilità sta sempre più a cuore ai consumatori italiani, infatti il il 74% vorrebbe più informazioni e trasparenza nella comunicazione dei brand su questo aspetto.

Infine, secondo una ricerca IPSOS, nel giro di 4 anni, dal 2018 a oggi, il “futuro climatico del mondo” è passato dalla tredicesima posizione alla settima nella classifica delle preoccupazioni dei cittadini del mondo e noi italiani siamo tra i più preoccupati in assoluto sul tema, per la precisione i settimi dietro paesi come Germania, Francia, Spagna, Olanda ma anche Canada e Australia. Quelli meno preoccupati, invece, sono i sudamericani molto probabilmente perché hanno come priorità preoccupazioni ben diverse come ad esempio povertà, violenza, corruzione, diritti umani. Tra tutte le preoccupazioni degli italiani, quella del cambiamento climatico è quarta, preceduta solo da disoccupazione, inflazione e povertà.

Il 70% degli italiani crede che il cambiamento climatico abbia già in realtà cambiato profondamente il luogo in cui vive, oltre l’80% crede che nel prossimo decennio le conseguenze nella propria area saranno devastanti.

Ma un elemento particolarmente interessante che emerge nuovamente è che per il 66% dei nostri connazionali è fondamentale un’azione da parte delle aziende per combattere il cambiamento climatico mentre per il 68% è importante intervenga lo Stato.

Considerazioni finali

In generale dalla lettura di tutti questi dati quello che emerge è che i consumatori si aspettano che le aziende svolgano un ruolo centrale nel favorire comportamenti consapevoli nelle loro vite. Inoltre, sono molto interessati a conoscere come le aziende si stanno muovendo per implementare le loro strategie sostenibili. E questa rinnovata consapevolezza, a mio avviso, rappresenta un vero punto di svolta nella responsabilizzazione di tutti gli attori del mercato!

Questo fa sì che le aziende saranno sempre più obbligate a considerare all’interno del proprio business questioni di fondamentale importanza come quelle #ambientali e #sociali. In particolare ci sono tre aspetti da non sottovalutare per un’azienda che vuole mettere le basi per una crescita solida ed un posizionamento concreto basato sulla leva strategica della sostenibilità:

  1. certificazioni delle performance ambientali e sociali per dimostrare il proprio impegno, sia in termini di organizzazione che di prodotto, con mezzi trasparenti e credibili fondati su elementi oggettivi;
  2. coerenza nel comportamento attraverso scelte strategiche ed operative messe in campo che dimostrino un’attenzione concreta all’ambiente ed alle comunità in cui l’azienda opera;
  3. comunicazione e storytelling veritiero onde evitare situazioni di greenwashing che andrebbero irrimediabilmente a compromettere la fiducia dei consumatori, sicuramente non riconquistabile nel breve termine.

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